Gentili Colleghe, Cari Colleghi

i temi che tratteremo in questa nostra assemblea riguarderanno il futuro, il nostro futuro. Ma prima di parlare di quello che ci attende vorrei tornare a quel recentissimo passato che ha profondamente colpito la nostra comunità. Perciò, ancora una volta, colgo l’occasione per ricordare il nostro caro, dolce, collega e consigliere Pietro che così prematuramente ci ha lasciato. Lo sgomento e lo sconforto che tutti noi del Consiglio ci siamo trovati ad affrontare è stato davvero travolgente. 

Anche il faticoso tentativo di superare questo triste evento è tuttavia un modo che inevitabilmente ci riporta a guardare avanti ed a considerare il futuro. Per noi il futuro della nostra professione riguarda la necessità di essere pronti e preparati alle difficoltà che viviamo e soprattutto al cambiamento.

Il cambiamento è qualcosa di ineluttabile, al punto che è diventato parte del nostro stesso percorso di vita, e a maggior ragione di quello professionale. Lottare contro il cambiamento o negalo è fallimentare all’origine. Dobbiamo invece saperlo prevedere, o direi addirittura anticipare, per farne parte invece di subirlo. 

La pandemia che sta segnando così drammaticamente le nostre giornate lavorative ha spazzato via ogni certezza a cui fino a ieri potevamo o tentavamo di aggrapparci: fosse la tradizione o l’eredità di un fare.

In questo momento voglio parlare soprattutto ai più giovani, che hanno il dovere e il diritto di condurre il cambiamento. Per farlo è necessario osservare da nuovi punti di vista, investire tempo, risorse e energie per conoscere e arricchire sempre di più le nostre competenze, da quelle linguistiche che ci consentono di parlare con territori lontani e con settori inesplorati, a quelle tecnologiche, fino a quelle più strettamente connesse all’esercizio quotidiano della professione. È necessario infatti proporre, anche e soprattutto alle Amministrazioni, modi di pensare, modelli di sviluppo e processi di produzione che non guardino solo all’oggi, ma a ciò che succederà tra 5, 10 o 50 anni. Azioni che affrontino i temi dello sviluppo sostenibile e tutto quello che a ciò ruota intorno. Sono profondamente convinto e lo ribadisco: gli architetti sono gli unici che per preparazione e capacità di interfacciarsi alle molteplici discipline possono primeggiare nell’essere attori di questo cambiamento. Abbiamo tutti bisogno di investire sul futuro per crearcelo noi, prima che altri possano porre condizioni. Dobbiamo proporre e gestire il cambiamento per poter essere riconosciuti quali autorevoli professionisti delle tematiche a noi riservate. Per fare questo però dobbiamo risultare competenti e capaci. Queste sono le condizioni che ci permetteranno di essere ascoltati.

Alcuni mesi fa ho scritto un articolo per la Gazzetta di Parma dove accennavo a questo argomento e tra le prime parole che ho espresso c’era la parola umiltà. Il cambiamento va guardato in faccia con umiltà, perché solo sgombrando lo sguardo da pregiudizi e preconcetti sulle relazioni, sulla committenza, su modi di operare che magari non sono sempre risultati trasparenti, sulle innumerevoli difficoltà burocratiche e normative che ci attanagliano, si potrà creare veramente il nuovo. Tocca a noi stessi il compito di cambiare le cose che non vanno. Ma ci potremo riuscire solo se facciamo prevalere al semplice lamento la conoscenza, che appunto potrà renderci autorevoli.

A tal proposito vorrei portare l’esempio del Superbonus 110%. Lo abbiamo visto tutti quanto sia complesso, articolato e non privo di preoccupazioni per le responsabilità che ne derivano, il quadro normativo e procedurale di questa agevolazione prevista dal Decreto Rilancio. Tuttavia, quella che ci apprestiamo a praticare è probabilmente la più grande occasione di lavoro nel mondo dell’edilizia degli ultimi 50 anni in questo paese. L’unica cosa che serve per cogliere questa opportunità è presentarsi preparati, ancor più degli altri attori coinvolti, perché chi non lo sarà resterà escluso.

Credo fermamente che sia necessario valorizzare l’interdisciplinarietà delle nostre competenze, la capacità di risolvere le molteplici casistiche che il mercato ci pone, non smettere mai di farsi coadiuvare dalle tecnologie, create apposta per fornire più dati e prospettive al nostro lavoro. E poi lavorare insieme, smettere di essere gelosi del nostro apprendimento e invece condividerlo e lasciarlo fiorire negli spazi di dialogo. Dobbiamo crescere anche come struttura: 1,5/2 unità, la quota a cui ancora si attesta il numero di collaboratori di uno studio medio in Italia, non può assolutamente più risolvere le enormi sfide richieste a questa professione.

Se crediamo, e noi lo crediamo, che l’architettura porti ancora un profondo sistema di valori all’esistenza, dobbiamo avere il coraggio di affermarlo mostrandolo, con la nostra competenza, a chi lo mette in discussione, e perciò, attraverso l’autorevolezza professionale, dobbiamo tornare a contare sui tavoli delle amministrazioni e della politica, in una parola, di questa società.

Pur inseriti in un momento così drammatico, tuttavia stiamo vivendo una condizione particolarmente propizia per attuare i cambiamenti. Tuttavia, noi stessi dobbiamo essere i protagonisti di questa transizione, perché nessun altro lo farà per noi. E se è vero che la nostra è per lo più un’attività di tipo intellettuale, è altrettanto vero che dobbiamo imparare a esercitarla con i metodi delle imprese.

A scala più ridotta, non possiamo più prescindere dal legame e dalla collaborazione con le altre realtà che guidano e intervengono nello sviluppo della nostra città, del nostro territorio, dal terzo settore al mondo delle associazioni, fino alle imprese.

Questo è quello che noi abbiamo cominciato a fare aderendo al progetto del Consorzio Forestale del KilometroVerdeParma, che è guidato dal mondo delle imprese (Davines, Laterlite, Chiesi Farmaceutici, Dallara), ma che coinvolge anche il Comune di Parma, la Regione Emilia-Romagna, l’Università di Parma, l’Unione Parmense degli Industriali, l’associazione per lo sviluppo sociale “Parma, io ci sto!”, la Fondazione Cariparma, la CIA di Parma, la Confagricoltura Parma, la Coldiretti, l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale – Parchi del Ducato, e altri. Il KilometroVerdeParma non è non solo una straordinaria occasione di confronto e collaborazione con tantissime realtà significative e attive per la città. È anche l’occasione di supportare un progetto che è in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e che pone al centro la sostenibilità ambientale, di cui Parma, nel cuore della Pianura Padana, la zona più inquinata d’Europa, deve necessariamente farsi carico. E noi come professionisti dobbiamo portare il nostro contributo e supporto e porci allo stesso livello di discussione e confronto. Di questo tema siamo stati sollecitati a parlare anche in occasione dell’ultima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile a Parma.

Va nella stessa direzione l’adesione del nostro Ordine, per ora unico in Italia, alla Cabina di regia di Benessere Italia, agenzia governativa che “ha il compito di sostenere, potenziare e coordinare le politiche e le iniziative del Governo italiano per il Benessere Equo e Sostenibile (BES) e per l’attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), nell’ambito degli impegni sottoscritti dall’Italia con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.”

Il principio di collaborazione è quello che anima il percorso che vede impegnati insieme gli Ordini delle provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini nell’ambito della FOAER. La Federazione Ordini Architetti Emilia-Romagna opera per dare un indirizzo di innovazione su diversi tavoli di lavoro nei Comitati di rappresentanza delle Professioni Tecniche, in Regione e presso il Consiglio Nazionale.

Tra i principali obiettivi quello di comunicare la professione dell’architetto e il suo valore sociale, spingendo perché si rafforzi il collegamento tra il mondo professionale, quello accademico e quello delle imprese verso rappresentanze unitarie, e promuovendo i bandi di concorso di progettazione come strumento di partecipazione allargata al processo progettuale. 

E ampliando lo sguardo, introduco l’argomento del rinnovo del Consiglio Nazionale per il mandato 2021-2025, le cui elezioni dovrebbero tenersi nel prossimo febbraio. Ritengo che il bilancio delle attività del Consiglio uscente abbia mostrato idee di programmi per una crescita della nostra categoria: per la prima volta il dialogo con gli Ordini territoriali è stato ampio, molte sono state le occasioni di confronto e l’ascolto è stato centrale nella costruzione dei rapporti, anche se molti degli obiettivi prefissanti purtroppo non hanno pienamente raggiunto la meta.  Il nuovo corso dovrà invece certamente lavorare sul ruolo istituzionale dell’architetto, che dovrà diventare figura centrale e attiva nelle trasformazioni normative, professionali e culturali del nostro paese. Ma per essere ascoltati è necessario essere autorevoli e saper trasferire questo stato agli altri, e qui torno a quanto sostenevo all’inizio.

Credo fermamente nella necessità di una riforma ordinistica e di una Legge per l’Architettura, in modo che si possano costruire relazioni politiche per la professione e per l’Architettura, che incidano sul mondo del Lavoro, del nostro lavoro, e in modo che si possa costituire una base per un’adeguata comunicazione per la crescita professionale e la diffusione della cultura dell’Architettura. E infine credo che recuperare identità̀, senso e ruolo della figura dell’Architetto rimangano i punti cardine per i quali, soprattutto a livello nazionale, il CNAPPC dovrà iniziare a lavorare con nuove energie. Naturalmente tutto questo ci riguarda da vicino e ogni contributo che in tal senso può essere fornito da ognuno di noi è davvero molto importante.

Dato il perdurare dell’incertezza nella situazione sanitaria non solo italiana, ma europea e mondiale, l’inaugurazione dell’importante mostra dedicata alla architettura e all’arte dei Farnese, è stata spostata nuovamente all’autunno del 2021, periodo in cui tutti auspichiamo di avere maggiori tranquillità. Come vi avevo raccontato in un recente post sul blog Sketchbook, c’è stata anche la possibilità di compiere un interessante viaggio nella Tuscia, per approfondire la conoscenza dal vivo di alcuni dei più importanti luoghi farnesiani in Italia, dalla Reggia di Caprarola all’Isola Bisentina sul lago di Bolsena, dal Museo di Capodimonte, alla rocca di Ischia di Castro e Valentano, dalla Fortezza di Gradoli a Montefiascone. 

Come molti di voi sanno, l’Ordine sta percorrendo questa strada con tre dei soggetti pubblici principali della nostra città, il Complesso Monumentale della Pilotta, l’Università di Parma e la Fondazione Cariparma. Nonostante le difficoltà logistiche continua la sua attività il DRAF 2020, il gruppo di lavoro composto da storici dell’arte e architetti del nostro Ordine che si sono offerti volontari per la costruzione del Data Room che conserverà e scambierà le ricerche scientifiche del percorso espositivo. Questo progetto di analisi storica e allestimento è un altro importante esempio di sinergia operativa tra soggetti forti e determinati che lavorano per valorizzare la nostra città.

Vorrei poi riferirvi a che punto siamo con il progetto di darci una nuova Sede. Partendo dall’ipotesi di utilizzare un immobile di proprietà pubblica da recuperare, ricorderete che è stato individuato l’edificio delle ex serre di Maria Luigia in Parco Ducale. La proposta che abbiamo avanzato in via preliminare è stata oggetto di confronto con l’Amministrazione, che si è espressa in favore della fattibilità dell’iniziativa. Stiamo approntando i termini di fattibilità economica che tengono conto della necessità da una parte di eseguire interventi di restauro e di adeguamento degli impianti e dall’altra di stabilire un rapporto di gestione degli immobili e dei termini temporali a cui riferirli. Nel momento in cui giungeremo a definire e verificare i principi di sostenibilità dell’iniziativa saremo tutti chiamati ad esprimere, attraverso un voto d’Assemblea, la nostra decisione.

Dopo il lungo periodo che, insieme agli altri Ordini professionali, ci ha visto impegnati nel coordinare azioni di collaborazione con gli uffici tecnici dell’Amministrazione Comunale, che potessero agevolare e snellire le procedure delle pratiche edilizie, la fase di emergenza sanitaria intervenuta e l’adeguamento alle modalità di smart working degli uffici hanno prodotto un deciso rallentamento sulla tabella degli obiettivi che insieme ci eravamo prefissati. Perciò diversi restano ancora i temi da affrontare e le problematiche da risolvere, ma, anche qui, serve lo sforzo di tutti nello svolgimento dei rispettivi compiti e responsabilità, con competenza, preparazione e capacità di dialogo e confronto. Gli sviluppi che si determineranno nel prossimo futuro probabilmente mostreranno la necessità di rivedere i rispettivi ruoli, anche in relazione al quadro delle norme che andrà a definirsi.    Nel frattempo, questo impegno, che insieme ai nostri consiglieri portiamo avanti, non si interrompe, ma imminente è la formazione di un nuovo gruppo di lavoro – allargato agli altri Ordini, ad altre competenze e con l’affiancamento dei tecnici degli uffici dell’A.C – per il monitoraggio delle problematiche che sorgeranno nel periodo di svolgimento delle agevolazioni del Decreto Rilancio.

Nell’ambito della Formazione abbiamo vissuto una grande svolta, dovuta principalmente al cambio di mezzo. I corsi che eravamo abituati a tenere in presenza e a strutturare con i tempi del confronto diretto, si sono trasformati in corsi a distanza. Questo da un lato ha limitato le possibilità di scambio tra gli iscritti e i relatori, ma dall’altro ha esteso enormemente le dimensioni della platea. Oggi noi, ma non solo noi naturalmente, organizziamo corsi che non sono incentrati esclusivamente sulla realtà territoriale di Parma, ma che possono essere frequentati da qualsiasi provincia dell’Italia. Questa situazione ha sfondato una barriera geografica che probabilmente non esisterà più nemmeno in futuro. 

D’altra parte, il nuovo mezzo tecnologico ci offre la possibilità di coinvolgere un numero di relatori molto più elevato e di essere accessibili per modalità e tempi a molti più iscritti. Quando sarà consentito e in sicurezza torneremo a progettare incontri in presenza, perché non siamo disposti a rinunciare alla qualità dello scambio e al valore della conoscenza diretta, tuttavia questo potrebbe significare che il nuovo mezzo, la piattaforma on line per i webinar, sarà sfruttato come strumento anche in futuro, a seconda di temi, necessità e pubblico. Ci invita a farlo il grandissimo successo del corso sul Superbonus110% che ha avuto un numero di iscrizioni, per entrambi i moduli, senza precedenti, con un’elevatissima quantità di interazioni dal pubblico. Il coinvolgimento di un numero così corposo di relatori è stato più semplice anche grazie al fatto che ognuno è raggiungibile dal proprio posto di lavoro, senza richiesta di spostamenti.

In virtù di queste premesse, si è grandemente fortificato il rapporto con la Federazione Ordini Architetti dell’Emilia-Romagna con cui, come sapete, fin dall’inizio del nostro mandato avevamo iniziato a confrontarci. Di grandissima importanza è la costituzione in seno alla Federazione di un gruppo di lavoro operativo sul tema Formazione a scala regionale. La sinergia tra gli Ordini permette la fusione delle reciproche esperienze e competenze, saperi e approcci sia di indirizzo che di regolamentazione. Molti sono stati i corsi accreditati durante questo anno faticoso direttamente dalla FOAER, dopo la consultazione di tutti gli Ordini della regione. In gruppo il dialogo ha tempi più lunghi ma l’apporto di ognuno è molto costruttivo, quindi riteniamo che questa sia una strada da percorre anche in futuro, per interessi condivisi dati dalla prossimità, per problematiche comuni da affrontare e per le forze messe in campo nelle situazioni più complesse. 

La nuova scala extraterritoriale dei corsi e la ricchezza di proposte formative disponibili ci spinge a pensare che in futuro e in collaborazione con la Federazione, potremo di orientare il nostro interesse come promotori di formazione verso tematiche più specialistiche e con gradi maggiori di approfondimento, come l’Alta Formazione.

L’organizzazione interna dell’Ordine ha assunto una configurazione pienamente operativa e funziona con grande autonomia. Molti sono i temi che di recente hanno investito l’impegno del nostro personale che si è adeguato e, per le parti non ancora complete, lo sta facendo con competenza e responsabilità. Alle attività consuete si sono soprattutto aggiunti i gravosi impegni di una procedura di contabilità dell’Ordine piuttosto articolata, come avete avuto modo di verificare anche dalla presentazione di questo bilancio, che persegue l’obiettivo di una amministrazione sempre più trasparente. Si sono sommate poi le procedure sulla tutela e la salvaguardia della privacy. Il tema della Comunicazione che svolgiamo con la collaborazione esterna al Consiglio della nostra collega Sara Antolotti e della giornalista Mara Corradi, rappresenta un impegno piuttosto significativo all’interno del nostro bilancio, ma rimane un’attività che riteniamo indispensabile poter interessare e sensibilizzare i media su ciò che rappresentiamo e possiamo offrire, come categoria professionale, verso la società e i suoi attori specifici.

Nuova è anche l’attività dei Tirocini professionali abilitanti, che coinvolge ancora la segreteria la quale ha il compito di organizzare, insieme al tutor dell’Ordine, l’intero iter. Alcuni studi hanno già avviato la procedura ma si tratta di un processo che, come molte altre attività, a causa della situazione di emergenza, sta subendo una fase di stasi. Non perché si impedisca di frequentare fisicamente i luoghi di lavoro, ma perché attualmente le abilitazioni alla professione, sostituendo l’esame tradizionale, vengono eseguite con prove esclusivamente orali di 30/40 minuti via web. Un passo decisamente indietro rispetto ai criteri di miglioramento dell’apprendimento professionale che ci si prefigge con il sistema dei tirocini, ma evidentemente più agevole delle 900 ore di pratica professionale. Auspichiamo che il ritorno alla normalità rappresenterà anche la decisa ripresa dell’iniziativa dei tirocini. 

È al fine di dare supporto e attuazione alle prospettive sopra illustrate, per le quali il Consiglio è fortemente impegnato, che è stato costruito il Bilancio preventivo per l’anno 2021 che vi è stato appena sottoposto.

In attesa di tornare quanto prima a svolgere le attività di incontro in presenza e nei modi conviviali a cui ci eravamo abituati, vi ringrazio per l’attenzione che avete dedicato all’ascolto di questo rendiconto dal quale potrà scaturire un proficuo dibattito, e concludo rivolgendo a tutti voi e alle vostre famiglie l’augurio, davvero sincero, di un sereno Natale e di un risolutivo 2021.

Daniele Pezzali, Presidente dell’Ordine Architetti PPC Parma

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