I palazzi sono fatti per gli uomini o gli uomini per i palazzi?

“Avremmo voluto intervenire nel dibattito culturale e affermare, come architetti, che siamo sorpresi dalle drastiche e nette affermazioni per cui qualcosa “non può essere toccato”, poiché l’intera Italia dei capolavori è il frutto di interventi successivi, stratificazioni, sovrapposizioni insomma del divenire della storia e delle epoche sui palazzi, i territori e i luoghi. Dunque, avremmo voluto parlare di ciò. Siamo invece costretti, vista la violenza e l’estensione della polemica, a intervenire per tutelare qualcosa di molto più specifico che viene chiamato in causa nel contenzioso tra il comune di Ferrara ed i suoi critici, cioè l’importanza del concorso alla base dell’intero percorso. 

Un concorso trasparente che ha visto coinvolte decine di studi e la stessa cittadinanza non può essere ignorato per ragioni che, alla fine, nulla hanno a che vedere con la sua validità.Va rispettato il percorso concorsuale, vanno rispettati i professionisti coinvolti, va rispettata la progressione temporale che rende insensata una discussione alla fine e non all’inizio del percorso”. 

Attendevamo le parole di Giuseppe Cappochin e una presa di posizione netta da parte del CNAPPC, per restituire ai nostri iscritti quella che è anche la visone del Consiglio dell’Ordine di Parma sulle recenti vicende legate all’ampliamento di Palazzo dei Diamanti a Ferrara.

Noi architetti che siamo i custodi del linguaggio contemporaneo della progettazione dobbiamo sentire costantemente criticato il nostro tempo in ragione di un atteggiamento reazionario e pavido che vede nella preesistenza un bene in pericolo. 

Perché quando si parla di architettura da costruire si deve sentire usare termini come “scempio”?

Che figura stiamo facendo agli occhi dell’opinione pubblica se noi architetti, funzionari, storici critichiamo il lavoro dei colleghi che sono stati riconosciuti meritevoli mediante un processo di selezione che noi stessi abbiamo messo in piedi?

Il sistema così crolla. Il team 3TI progetti ha vinto un regolare concorso internazionale in due gradi ma si trova sommerso dalle polemiche e dagli insulti. Nessun professionista dovrebbe subire questo. Il grosso rischio è che la gente si convinca che sia tutto sindacabile e che non ci sia autorevolezza in quello che facciamo.

E’ la nostra professionalità a subire duri colpi in un momento in cui non ne abbiamo certo bisogno. E darci contro, invece di sostenerci, è scorretto e controproducente.

Questo episodio purtroppo nega il metodo più democratico e obiettivo che la nostra categoria possiede per costruire qualità architettonica, il concorso, lo strumento che noi come Ordine e in sinergia con la Federazione Architetti dell’Emilia Romagna e il CNAPPC così strenuamente sosteniamo.

La cultura e la capacità progettuale non devono essere appannaggio di una ristretta élite, ma accessibili a tutti per mezzo di un sistema di merito, in cui la competenza è data da un percorso formativo, dall’esperienza e dalla pratica.

Daniele Pezzali

Presidente Ordine Architetti PPC Parma

ALLEGATO

Comunicato stampa CNAPPC

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