Oggi vi parlo di Parma Sotterranea, evento che si è concluso il 3 novembre e che rappresenta il nostro contributo all’appuntamento fisso della rassegna del Rumore del Lutto, progetto culturale della nostra città. La Terra, tema del festival della XIII edizione del Rumore del Lutto, ha rappresentato per noi un nuovo punto di vista attraverso cui raccontare quella città che c’è ma non si vede: Parma sotterranea, appunto.
Da qui l’idea di promuovere un’esplorazione dei quei luoghi segreti della città che si nascondono sotto i nostri passi, perchè sepolti dal tempo e dall’avvicendarsi degli eventi storici. Il racconto della storia degli antichi sotterranei della città si è svolto attraverso un percorso guidato della Galleria delle Fontane, acquedotto farnesiano al di sotto di piazza Garibaldi, del suggestivo rifugio militare della II guerra mondiale nel complesso monumentale di San Paolo e per finire del mosaico di epoca romana racchiuso nel Palazzo Vitali Mazza.
Mi sono sentita come un personaggio dei Goonies quando abbiamo visitato la Galleria delle Fontane, peccato avere avuto solo il caschetto e non una torcia per proseguire l’avventura nel cunicolo stretto e lungo che percorre l’intera via Farini e sbuca alla luce sullo Stradone. I racconti di guerra, gli oggetti che ricordavano quei momenti, il nostro gruppo così numeroso e stipato in un luogo claustrofobico mi ha fatto sentire la paura che si deve essere provata al suono delle sirene antiaeree, nascondersi per poi risalire e non ritrovare più nulla. E poi il gran finale la gioia ritrovata nello scoprire Palazzo Vitali Mazza quale attento custode di un ricco passato antico che con il suo mosaico ci svela Parma in epoca romana, quando alle 2000 famiglie insediate vennero affidati lotti di terreno lungo la via Emilia in cui costruire le loro dimore.
L’evento era aperto a tutti, perché siamo convinti che la restituzione della memoria storica debba essere condivisa con l’intera comunità. La visita ha riscosso un grande successo, a dimostrazione che i cittadini vogliono conoscere la propria città e che l’Ordine degli Architetti può proporsi nella promozione della stessa. “Non avrei immaginato… Non sapevo… Non me l’aspettavo ..” sono sicuramente affermazioni ricorrenti tra i partecipanti alla visita; la cosa che mi ha fatto più piacere è stata ricevere telefonate di genitori che volevano portare i loro bambini e l’altrettanto dispiacere di non aver potuto sempre esaudire questo desiderio perché talvolta i visitatori erano troppo piccoli.
Questa avventura ha toccato solo dei piccoli episodi sotterranei ma esistono tante realtà nascoste che vale la pena di scoprire. Le prossima puntate spero che potranno raccontare la guerra aerea nei cieli e contro i quartieri di Parma attraverso un percorso alla ricerca di tracce minime e banali, nascoste nella nostra frettolosa quotidianità. Aspettiamo di riscoprire l’antico affaccio su uno dei canali che hanno reso Parma una piccola Venezia, il Canale Comune; la scommessa per il 2020 è rendere visitabile il punto più suggestivo all’altezza di Palazzo Carmi.
Monica Pisanu